Tunisia: 2026 l’anno zero del “nuovo Stato sociale” di Saied, la premier promette crescita ed equità

C’è un’immagine, ieri al Bardo, che riassume tutto: la prima ministra Sarra Zaafrani Zenzri, in tailleur scuro, la voce ferma, mentre dichiara che

il 2026 sarà la data del vero lancio della nuova Tunisia.

Intorno, i deputati “tirati a lucido” per la foto opportunity e gli sguardi attenti dei membri del Consiglio nazionale delle regioni e dei distretti. Sullo sfondo, una Tunisia che cerca di rialzarsi tra inquinamento, disoccupazione e debito, ma che continua a raccontarsi come culla di speranza e laboratorio politico. “Il nostro Paese – ha detto Zenzri – è oggi in grado, sotto la guida del presidente Kais Saied, di scrivere un nuovo capitolo di successo e speranza”. Parole solenni, quasi programmatiche, che aprono la sessione plenaria congiunta dedicata alla legge finanziaria e al bilancio economico del 2026, il cui termine costituzionale per l’approvazione è fissato al 10 dicembre 2025.Dietro il linguaggio istituzionale, la premier traccia la mappa di un progetto politico che vuole trasformare l’austerità in visione. L’obiettivo dichiarato è un nuovo Stato sociale fondato su giustizia, equità e autonomia. Quello reale, più pragmatico, è garantire la sopravvivenza economica di un sistema ancora fragile, in un contesto di tensione sociale e pressione internazionale.

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